L’adalimumab, farmaco biologico anti-Tnf (Tumor Necrosis Factor) utilizzato comunemente nella cura dell’artrite reumatoide, non ha effetto nel trattamento dell’osteoartrite delle mani. È quanto emerge da uno studio dell’Hopital Henri Mondor di Parigi, presentato durante il meeting annuale dell’American College of Rheumatology.
L’artrosi, o osteoartrite, delle mani è una malattia degenerativa che interessa le articolazioni delle dita, caratterizzata da dolore, limitazione del movimento, rigidità e deformità articolare, che tendono a peggiorare con il progredire della malattia. È la forma più comune di malattia reumatica, e colpisce in Italia circa 4 milioni di persone, con una prevalenza tra le donne con più di 60 anni.
“È una patologia dolorosa, che spesso non risponde agli analgesici o agli antinfiammatori non steroidei (come l’aspirina), e vi è quindi un grande bisogno di trovare nuovi farmaci per curarla”, spiega Xavier
Chevalier, principale autore dello studio. Si ritiene comunemente che i meccanismi di degradazione delle cartilagini e di trasmissione del dolore tipici dell’osteoartrite siano simili a quelli dell’artrite reumatoide, e i ricercatori di Parigi hanno per questo deciso di verificare se gli anti-Tnf avessero effetto anche su pazienti colpiti da osteoartrite delle mani.
Per lo studio sono stati arruolati 99 pazienti con forme avanzate di osteoartrite non rispondenti ad altri trattamenti, provenienti da 16 differenti centri francesi. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi, e hanno ricevuto due iniezioni sottocutanee, adalimumab per un gruppo e placebo per l’altro, all’inizio del trattamento, e poi altre due a distanza di due settimane. I ricercatori hanno poi valutato i cambiamenti nel dolore percepito a distanza di sei settimane dall’inizio della cura.
Le differenze tra i due gruppi alla fine dello studio, misurate con un test (scala analogica visiva), sono risultate troppo piccole per essere statisticamente significative, dimostrando quindi che nel caso dell’osteoartrite gli anti-Tnf non sono in grado di ridurre il dolore o contrastare il progredire della malattia.
“Lo studio è risultato negativo. Il farmaco non ha raggiunto nessuno degli obiettivi che ci eravamo posti. Non ci sono stati effetti neanche sui marker biologici correlati con la degenerazione delle cartilagini”, commenta Chevalier. “Due iniezioni di anti-Tnf non riescono ad alleviare il dolore, eppure dobbiamo trovare qualcosa di nuovo per curare l’osteoartrite delle mani”. Ora, dicono i ricercatori, sarà necessario testare l’efficacia degli anti-Tnf a dosi più elevate.