Un ritrovato tecnologico che ha del fantascientifico quello appena brevettato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Si tratta di un materiale composito, utilizzabile come sostituto osseo per il trattamento delle fratture da traumi e delle patologie del sistema scheletrico, dalla perdita di sostanza ossea all’osteoporosi.
Il brevetto è stato depositato con Finceramica Faenza S.p.a., società nata come spin-off dall’Istituto della scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr (Istec-Cnr) di Faenza, che si occuperà del potenziale sfruttamento industriale. Luigi Ambrosio, dell’Istituto per i materiali compositi e biomedici del Cnr, ne illustra il funzionamento: “il dispositivo, costituito da un polimero sintetico e materiale bioceramico riassorbibile, è iniettabile mediante tecniche chirurgiche o vie d’accesso anatomiche mini invasive. La solidificazione avviene in pochi minuti, compatibilmente con i tempi della chirurgia, colmando il difetto osseo e stimolando la rigenerazione. Una volta riassorbito, infatti, il materiale favorisce il processo di rigenerazione del tessuto osseo, come dimostrato da studi preclinici effettuati presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, riparando così fratture che presentano tempi lunghi di recupero o riempiendo cavità dovute a interventi chirurgici particolarmente demolitivi. Tale materiale si differenzia dagli attuali cementi ossei perché fornisce migliori proprietà meccaniche ed evita lo sviluppo di calore durante la fase di indurimento e i conseguenti danni ai tessuti circostanti”.
A livello chimico e fisico, il materiale ha una compatibiltà notevole con le ossa umane, a cui si aggiunge l’estrema qualità delle materie prime impiegate, il che “rende questo materiale altamente biocompatibile, evitando effetti collaterali come allergie, nonché osteo-conduttivo e osteo-promozionale, cioè capace di integrarsi pienamente con il tessuto nativo”, come spiega ancora il dott. Ambrosio.
Il risultato è frutto di un approccio multidisciplinare: “Un’équipe di chimici, fisici, ingegneri, biologi, medici e chirurghi ha collaborato per realizzare un materiale biomimetico, in grado di replicare sia la composizione chimica sia l’architettura tridimensionale dell’osso naturale, garantendo così il ripristino strutturale del difetto e il recupero funzionale degli apparati”. Il campo di applicabilità, chiarisce Ambrosio, “riguarda tutte le patologie che coinvolgono il sistema scheletrico: da quelle più comuni legate all’età, quali osteoporosi, artrosi e artriti, alle più gravi, quali sarcomi e cisti ossee”.
Il brevetto, del quale Finceramica S.p.a. ha ottenuto il potenziale sfruttamento industriale, ora affronterà la fase della realizzazione dei prototipi, dalle sperimentazioni pre-cliniche su soggetti umani all’industrializzazione.
(fonte Italia salute)