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Appello di Cittadinanzattiva per la tutela degli invalidi civili: no agli abusi di potere

Cittadinanzattiva, sulla base delle segnalazioni raccolte, denuncia lo stato di estremo disagio in cui
versano tutti quei cittadini che, del tutto legittimamente, aspirano al riconoscimento delle indennità
economiche correlate al riconoscimento delle minorazioni civili.
Non è in discussione qui l’impegno delle Istituzioni al fine di limitare ogni assegnazione indebita delle
indennità, in una logica di trasparenza e di legalità.

Tuttavia, le nuove procedure per il riconoscimento
delle minorazioni civili, contenute nella legge e nelle direttive dell’INPS, stanno provocando gravissimi
effetti sulla vita dei soggetti interessati. In particolare, i cittadini:
• devono attendere tempi lunghissimi per il riconoscimento delle minorazioni civili e delle
indennità correlate a causa dell’inefficienza delle procedure informatiche e della moltiplicazione
dei passaggi burocratici;
• dopo la visita della Commissione Asl integrata con un medico dell’INPS, sono obbligati ad
ulteriori accertamenti in contrasto con gli obiettivi di semplificazione e di rispetto della dignità
della persona;
• sono costretti ad attendere a lungo i verbali degli accertamenti sanitari e a fare i conti con
procedure di pagamento bloccate da tempo;
• e, in generale, incontrano numerosi ostacoli all’esercizio del diritto di accesso alle indennità.
In troppi casi, sulla base delle informazioni in nostro possesso, le azioni intraprese dallo Stato si
svolgono al di fuori del rispetto delle norme, in quanto:
• comprimono i diritti dei cittadini realmente invalidi;
• riducono arbitrariamente i requisiti previsti dalla legge per l’assegnazione delle indennità
correlate al riconoscimento delle minorazioni civili;
• appaiono strumentalizzate per il raggiungimento di un obiettivo non dichiarato, ovvero il
massimo contenimento possibile della spesa assistenziale.
Infine, Cittadinanzattiva denuncia la restrizione dei requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di
accompagnamento, attuata dall’INPS nel totale disprezzo delle norme, attraverso la Comunicazione
interna del Direttore Generale INPS e le “linee guida operative” del 20 settembre 2010.
Questi atti rappresentano un palese abuso di potere, non soltanto perché riduce le garanzie per i
cittadini di accedere ai benefici previsti dalla Legge, ma anche perché reintroduce criteri di
assegnazione dell’accompagnamento più restrittivi che erano stati già bocciati dal Parlamento nel corso
dell’approvazione del Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78, poi convertito nella Legge 30 luglio
2010 n. 122. In sostanza, viene aggirata una decisione del Parlamento sovrano, scaturita dalle vibrate
proteste delle organizzazioni di tutela dei diritti degli invalidi.
Tutto ciò premesso, Cittadinanzattiva chiede:
• che contro il fenomeno delle assegnazioni indebite delle indennità, lo Stato avvii azioni ad hoc
anche nei confronti dei propri funzionari che violano le norme e non soltanto attraverso
controlli, in molti casi vessatori, nei confronti dei cittadini;
• che i Ministri competenti e l’INPS riferiscano in Parlamento sulle difficoltà che oggi vanificano
il procedimento di riconoscimento delle minorazioni civili da parte dei cittadini, nonché sui
provvedimenti che si intendono adottare per la loro risoluzione;
• che il Parlamento avvii una formale indagine conoscitiva sulle attuali procedure di
riconoscimento delle minorazioni civili e sulle relative criticità/difficoltà di accesso riscontrate
dai cittadini, eventualmente con l’istituzione di una specifica Commissione parlamentare
d’inchiesta;
• che sia promossa una rapida e attenta azione di valutazione della gestione INPS 2010-2011
(in particolare del Presidente e del Direttore Generale), relativa alle nuove procedure di
riconoscimento delle minorazioni civili, in termini di trasparenza, efficienza ed efficacia del
servizio reso ai cittadini;
• che l’INPS annulli immediatamente la Comunicazione interna del Direttore Generale INPS e le
“linee guida operative” del 20 settembre 2010, con riguardo ai criteri di riconoscimento
dell’indennità di accompagnamento, ripristinando così le vigenti previsioni di legge. Ciò
garantirebbe il rispetto della volontà del Parlamento, il quale si era già espresso sull’argomento
(bocciando l’emendamento al Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78, poi convertito nella
Legge 30 luglio 2010 n. 122, che tentava di restringere i criteri per la concessione
dell’indennità di accompagnamento);
• che l’INPS istituisca presso i propri uffici un tavolo permanente e paritetico di confronto,
composto dalle Organizzazioni civiche di tutela del diritto alla Salute, dalle Organizzazioni di
tutela dei diritti delle persone con disabilità, dai rappresentanti dei Ministeri coinvolti, nonché
dai rappresentanti dell’INPS, volto a individuare le misure necessarie per superare le criticità
del sistema e a formulare proposte di miglioramento condivise.
 

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