Un nuovo studio, pubblicato su Frontiers in Cardiovascular Medicine dopo aver valutato alcuni dei farmaci più usati di solito per i pazienti con artrite reumatoide, giunge alla conclusione che due tipologie di questi farmaci sembrano ridurre sensibilmente il rischio di andare incontro a infarto o a ictus rispetto alle altre.
In particolare i ricercatori hanno scoperto che i farmaci antireumatici a base di inibitori del fattore di necrosi tumorale oppure di idrossiclorochina possono proteggere, ed in maniera anche significativa, l’endotelio nei pazienti affetti da artrite reumatoide.L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che vede infiammazione del tessuto connettivo delle articolazioni. Come spiega Gian Luca Erre, uno degli autori principali dello studio, chi soffre di artrite reumatoide va incontro ad un rischio più alto di aterosclerosi e in genere di patologie cardiovascolari.
Inoltre l’infiammazione non concerne solo le articolazioni ma può riguardare anche i vasi sanguigni e ciò, a sua volta, può portare a malfunzionamenti della parete interna degli stessi vasi (endotelio).I ricercatori hanno valutato cinque tipi di farmaci antireumatici somministrati a cinque gruppi per un totale di 868 pazienti con artrite reumatoide. I ricercatori scoprivano che la funzione endoteliale veniva maggiormente preservata in due dei gruppi, quello che assumeva farmaci a base di inibitori del fattore di necrosi tumorale e quelli che assumevano farmaci a base di idrossiclorochina.“Ora sono necessari studi prospettici per verificare se tali regimi sono anche in grado di ridurre il rischio di infarto e ictus in questi pazienti”, spiega Arduino Mangoni, professore di farmacologia alla Flinders University che ha partecipato allo studio.
Fonte: Notizie scientifiche.it