Finalmente è stata pubblicata la delibera regionale che indica la modalità da seguire per ottenere Il sostegno destinato alle persone affette da Fibromialgia. Si tratta di un contributo a fondo perduto una tantum e senza rendicontazione, pari a euro 800, per ciascuno degli anni 2023 e 2024. La delibera (purtroppo) vincola l’erogazione alle “disponibilità regionali”.
Possono ottenere il contributo i residenti in Sardegna in possesso della certificazione medica attestante la sindrome fibromialgica rilasciata da un medico specialista nell’anno in corso.
La richiesta deve essere presentata al Comune di residenza, il quale dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) stabilire entro il 30 aprile di ciascuno degli anni 2023 e 2024 le modalità di presentazione.
La somma stanziata è di 2milioni per il 2023 e altri 2 per il 2024. Sostanzialmente possono accedere al contributo 2500 persone all’anno. Se non dovesse bastare (che è molto probabile vista la diffusione della patologia) il contributo viene decurtato secondo le soglie di ISEE sociosanitario seguenti:
ISEE fino a euro 15.000,00 senza decurtazione
ISEE compreso fra euro 15.001 ed euro 25.000 decurtato del 5%
ISEE compreso fra euro 25.001 ed euro 35.000 decurtato del 10%
ISEE compreso fra euro 35.001 ed euro 40.000 decurtato del 25%
ISEE compreso fra euro 40.001 ed euro 50.000 decurtato del 35%
ISEE compreso fra euro 50.001 ed euro 60.000decurtato del 50%
ISEE compreso fra euro 60.001 ed euro 80.000 decurtato del 65%
ISEE oltre 80.000 decurtato dell’80%
Posto che riteniamo positivo la pubblicazione di una delibera attesa da tempo, non possiamo esimerci dal sottolineare alcune criticità.
In primis il fatto che si rimanda ancora l’attuazione della legge regionale 18 gennaio 2019, n. 5, (Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della fibromialgia). Infatti nella delibera c’è scritto che il contributo viene erogato “nelle more dell’ attuazione della legge”. Il rischio è che le “more” abbiano tempi molto lunghi (sono già passati 4 anni …), col forte rischio che cada nel dimenticatoio (non sarebbe la prima volta, e probabilmente neanche l’ultima).
Altra criticità riguarda il fatto che venga scaricata sui comuni la modalità di presentazione della domanda: se alcuni di questi non recepissero la delibera?.. Se non decidessero per tempo le modalità di presentazione? …I pazienti di quei comuni ne sarebbero esclusi? Insomma esiste il rischio che si crei una babele di situazioni e che i residenti dei comuni più diligenti siano avvantaggiati rispetto a quelli che lo sono meno. Sarebbe bastato mettere a disposizione una piattaforma digitale o un indirizzo di posta elettronica con regole uguali per tutti. E magari anche un numero telefonico per eventuali dubbi.
A seguire la Delibera regionale n. 7/12 del 28.2.2023 e il suo allegato con le linee d’indirizzo