Secondo uno studio dell’Università di Catania le persone che soffrono di depressione hanno un rischio tre volte superiore di sviluppare l’osteoporosi rispetto ai soggetti sani. In più un fumatore, ha una possibilità da sei ad otto volte maggiore di avere problemi di fragilità ossea rispetto a chi non è tabagista. Questi sono solo due dei risultati scaturiti dal progetto “Osteoporosi in farmacia”,nel corso di un convegno al Monastero dei Benedettini
Il progetto è stato ideato dal professore Riccardo Polosa, direttore dell’Unità operativa di Medicina interna all’ospedale Santa Marta con la collaborazione di 60 farmacisti, appartenenti al circuito “Farmacia Ok”.
In sei mesi sono stati esaminati 720 volontari di cui, 495 di loro sono stati sottoposti ad un primo screening osseo in una delle farmacie coinvolte e 383 donne, hanno integrato a questo esame una “Moc”. Solo il 21% di queste donne è risultato sano, quindi privo di alterazione della mineralometria ossea. Il 47% è risultato osteopenico cioè presentava una riduzione della massa ossea e il 32% presentava osteoporosi.
Il filo conduttore che lega la depressione e gli effetti del fumo all’osteoporosi è sempre più sottile data l’alta percentuale dei casi riscontrati e che si aggira intorno al 64,7 %. Anche per questa patologia svolge un ruolo fondamentale la prevenzione, sarebbe quindi opportuno sottoporsi ad un primo esame ultrasonografico , peraltro non invasivo, in una qualsiasi farmacia. Per distinguere l’osteoporosi dall’osteopenia, è invece necessario sottoporsi ad una Moc, poiché la ultrasonografia non è in grado di discriminare tra le due condizioni.