«Sono rimasti otto flaconi del farmaco»
Conferma che il costo del farmaco biologico per il trattamento dei pazienti affetti da malattie reumatiche è altissimo: «Un flacone da utilizzare per una seduta ha un costo di circa mille euro». Maurizio Calamida, direttore generale della Asl, cerca tuttavia di rassicurare i pazienti: «Cercherò di avere informazioni più dettagliate, ma dalle prime informazioni che sono riuscito ad avere risulta che nella nostra farmacia siano ancora presenti otto flaconi». Questa circostanza, dunque, escluderebbe il fatto che la causa della sospensione della terapia lamentata da alcuni pazienti e denunciata anche dall’associazione Asmar, sia dovuta all’indisponibilità del farmaco perché troppo costoso.
L’ASSISTENZA Calamida non nasconde che i disagi possano essere invece legati a un problema organizzativo: il servizio di assistenza ai pazienti affetti da patologie immunoreumatiche dipende da quello di Medicina. Un particolare di non poco conto, giacché l’unico medico specialista autorizzato a praticare la terapia con i farmaci biologici, non può contare neppure sul supporto di un infermiere fisso: deve appoggiarsi a quelli che, di volta in volta, vengono spostati da altri reparti ospedalieri. Infermieri in prestito, insomma. Il direttore generale, al riguardo, promette: «Cercherò di affrontare subito anche questo aspetto organizzativo per evitare di penalizzare gli ammalati e voglio rassicurarli
perché non è intenzione della Asl negargli l’assistenza».
DISAGI E PROTESTE I disagi, tuttavia, non si fermano. Ivo Picciau, responsabile dell’Asmar, riferisce che anche negli ultimi giorni è stato contattato dai pazienti di tutto il Sulcis preoccupati per la situazione: «Il farmaco biologico, il Mabthera, è l’ultima spiaggia per coloro che non hanno avuto benefici con le cure tradizionali. È chiaro che siano in apprensione dal momento che si sono visti posticipare il trattamento, senza peraltro avere una data certa». Picciau conferma che, in assenza di risposte da parte della Asl, saranno attuate forme di protesta clamorose.
Cinzia Simbula
Fonte: L’UNIONE SARDA del 16.11.2011
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