Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Rheumatology, indica che essere esposti al fumo passivo in tenera età potrebbe aumentare il rischio di sviluppare l’artrite in età adulta.
L’artrite reumatoide è una malattia complessa che può essere sviluppata da agenti ambientali che interagiscono con fattori genetici. Il ruolo della genetica nella predisposizione a questa patologia è ben riconosciuto. Esistono oltre 100 tipi di artrite, ma quella reumatoide è una delle malattie autoimmuni più comuni e più frequenti. La presunta relazione si basa sull’ipotesi secondo cui un fattore ambientale potrebbe indurre cambiamenti in alcuni tessuti (per esempio, i polmoni). Ma questi cambiamenti nati dall’interazione tra genetica e ambiente potrebbero verificarsi decenni prima della comparsa della malattia.
Ora, un nuovo studio dell’Università di Oxford ha analizzato il collegamento tra lo stato di fumatore, incluse le esposizioni passive in età infantile e adulta, e il rischio di artrite reumatoide. I pazienti studiati includevano quasi 100.000 donne francesi, seguite dal 1990.
I risultati hanno dimostrato che il fumo in età adulta era associato ad un maggior rischio di artrite. Inoltre, tutti i fumatori (ex e attuali) che erano stati esposti al fumo passivo da bambini avevano un rischio più alto di artrite rispetto a coloro che non avevano avuto una simile esposizione e per loro la malattia si manifestava prima. I dati suggeriscono che anche nei non fumatori l’esposizione passiva al tabacco durante l’infanzia tendeva ad aumentare il rischio di artrite, in maniera simile al fumo regolare in età adulta.
Sono necessari ulteriori studi per analizzare se questo rischio maggiore è osservato anche nelle persone portatrici del gene a rischio dell’artrite reumatoide, che è molto probabile per quanto riguarda il tabacco.Questi risultati sottolineano anche l’importanza del fatto che i bambini, soprattutto quelli con una storia familiare di questa forma di artrite, evitino il fumo passivo, ha spiegato la Dott.ssa Marie Christine Boutron-Ruault, autrice dello studio.
Fonte: Meteoweb