XLII CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA’ ITALIANA REUMATOLOGIA
Verona 24/11/2005
I reumatismi stanno mettendo in ginocchio l?Italia. Ma gli italiani non lo sanno. Li accettano come un guaio inevitabile. Quando si curano, spesso ? tardi. E cos? sempre pi? malati, con una sorpresa: sempre pi? giovani. E sempre pi? donne. Il risultato ? che i reumatismi sono la prima causa di invalidit?.
Un italiano su due soffre di una malattia reumatica cronica o acuta ma tutti, uomini o donne, prima o poi nella vita hanno una forma di reumatismo. Lo dice anche l?OMS. Lanciano l?allarme i reumatologi della Societ? Italiana di Reumatologia (SIR) riuniti a Congresso a Verona dal 23 al 26 novembre. Un allarme, anticipato in una conferenza stampa a Roma, ma anche un rimprovero.
?Gli italiani sottovalutano i reumatismi ? dice il professor Silvano Adami, dell?Universit? di Verona, che presiede il Congresso della SIR con la professoressa Lisa Maria Bambara ? attribuendoli ai guai inevitabili della vecchiaia o addirittura al fatalismo. Perdono tempo anche se notano tumefazioni e arrossamenti e sentono dolore. Solo quando la malattia si ? innescata, chiedono aiuto. E pensare che una diagnosi precoce, fatta all?insorgenza dei disturbi, addirittura nelle prime settimane come nel caso dell?artrite reumatoide, apre la strada addirittura alla guarigione con i farmaci biologici anti TNF-alfa.
Attenzione, questi farmaci non si trovano in farmacia: ci si cura solo in Centri specializzati. Il problema ? che non si fa prevenzione. I giovani fanno un?attivit? sportiva non programmata e gli anziani, al contrario, non fanno alcuna attivit??. ?Gli italiani – dice Stefano Bombardieri, presidente della SIR ? non sanno che stanno diventando un popolo di malati reumatici ma quello che ? grave ? che non se ne rendono conto le Istituzioni. Infatti la Reumatologia in Italia ? la ?Cenerentola? del Servizio Sanitario Nazionale.
Un dato: l?Italia ? all?ultimo posto in Europa per posti letto in ospedale per malati reumatici. La Reumatologia ? al 26? posto fra tutte le branche specialistiche che operano nelle ASL. Se ne ? reso conto il Parlamento Europeo che riconosce finalmente l?importanza sociale delle malattie reumatiche?. Reumatismi ? soprattutto donna. ?E? donna ? dice Lisa Maria Bambara dell?Universit? di Verona, co-presidente del Congresso della SIR ? per la relazione che esiste fra la risposta immunitaria e gli ormoni dell?asse ipofisi-gonadica.
Ma c?? anche una relazione fra produzione di neurormoni e risposta immunitaria. La donna soffre pi? dell?uomo, nel suo vissuto, di una malattia reumatica perch? vede modificata la propria immagine in quanto a femminilit? e il proprio ruolo nell?ambito della famiglia e del lavoro. Pensiamo solo all?invalidit? che la costringe a non essere pi? protagonista in casa. In pratica perde di vista la propria identit?, la sicurezza, l?autonomia e cresce il senso di colpa perch? si sente inadeguata.
E? importante cercare di prevenire alcune dinamiche psicologiche e limitare i danni invalidanti con interventi fisioterapici, diete, accorgimenti estetici per migliorare l?aspetto fisico. Adesso con i farmaci e le conoscenze disponibili, quasi tutte le malattie reumatiche permettono la gravidanza con alta percentuale di successo e modesti rischi per la mamma e il bambino?.
Lisa Maria Bambara si ? poi soffermata sul rapporto donna malata e partner affermando che ?il partner ha paura soprattutto del futuro e di come si svilupper? la malattia nel tempo. Ha paura di non essere all?altezza nell?aiutare la propria compagna per cui diventa iperprotettivo o fugge.
Molte malate perdono il partner nei primi due anni della malattia proprio per questi motivi ma poi di solito riescono a creare un nuovo legame. Questo vuol dire che non ? la malattia in s? a minare il rapporto ma le dinamiche che si creano all?interno del nucleo familiare con l?avvento della malattia stessa?. Al Congresso di Verona si fa piena luce sui Coxib, quei farmaci antinfiammatori finiti in prima pagina per il rischio cardiologico.
Silvano Adami, in conferenza stampa, tranquillizza i pazienti e anticipa che questi farmaci restano molto importanti in terapia con la raccomandazione per? che devono essere usati a dosaggi pi? bassi, per un tempo limitato e in soggetti che non abbiano un rischio di una malattia cardiovascolare. In pratica solo su consiglio dello specialista. E sempre in conferenza stampa, parte una secca raccomandazione agli italiani a non perdere tempo quando hanno un problema articolare. Una raccomandazione alla base di una relazione che terr? a Verona ? anticipata in conferenza stampa ? il professor Giovanni Lapadula dell?Universit? di Bari sull?artrite reumatoide. In sintesi, Lapadula afferma che la diagnosi precoce entro tre mesi dall?esordio dei primi sintomi o addirittura nel caso delle artriti denominate ?very early?, entro sei settimane, apre la strada a farmaci biologici come infliximab che colpisce il principale elemento che governa l?infiammazione, il TNF-alfa, bloccando cos? alla radice il fenomeno infiammatorio e il danno articolare che ne consegue.
Sui farmaci biologici, in una nota presentata in conferenza stampa, il professor Guido Valesini dell?Universit? di Roma ?La Sapienza? afferma che ?rappresentano l?ultima frontiera nella lotta alle malattie reumatiche, addirittura una rivoluzione terapeutica. Sono farmaci prescritti da Centri specialistici e che vanno usati con molto equilibrio e molta attenzione?. Sempre in una nota per i Media il professor Leonardo Punzi dell?Universit? di Pavia lancia l?allarme giovani che rischiano sempre pi? di soffrire di artrosi in et? adulta, invitando a questo proposito alla prevenzione attraverso corretti stili di vita come un?attivit? sportiva intelligente.
Lo stesso co-presidente del Congresso Silvano Adami, ha fatto il punto in conferenza stampa sull?osteoporosi che causa ogni anno 85mila fratture di femore. Adami ha annunciato che sono state individuate due aree critiche d?intervento: il potenziamento dell?impegno per la riduzione dei fattori di rischio e l?ampliamento della possibilit? di intervento farmacologico di prevenzione primaria. Non poteva mancare un?anticipazione sulla spondilite anchilosante. Su questa malattia, al Congresso, tiene una relazione Joachim Sieper dell?Universit? di Berlino.
La spondilite anchilosante, ancora ad eziologia sconosciuta, colpisce secondo le ultime stime, largamente non rispecchianti la realt?, tra lo 0,5 e lo 0,8 per cento della popolazione. Anche questa malattia, che spesso ? diagnosticata con cinque anni di ritardo, pu? essere affrontata con i farmaci biologici.
Le malattie reumatiche in Italia
Le malattie reumatiche in Italia sono al secondo posto dopo le malattie dell?apparato cardio-circolatorio nella graduatoria delle morbosit?. Al primo fra le malattie cronico-degenerative. La seconda causa di invalidit? tra tutte le malattie. In Italia pi? del 50 per cento della popolazione soffre, in un momento della propria vita, di una malattia reumatica acuta o cronica. Secondo l?OMS ?in realt? ? impossibile che una persona non soffra mai di alcuna malattia reumatica nell?arco della sua esistenza?. Pi? di 5 milioni e mezzo di soggetti (un decimo della popolazione) sono affetti da una malattia reumatica: il 60-70 per cento ? rappresentato da pazienti adulti e anziani.
Artrite reumatoide
Tra le malattie del sistema osteomuscolare, l?artrite reumatoide ? certamente una delle pi? invalidanti. L?artrite reumatoide affligge oltre 9,7 milioni di persone nel mondo, 400mila in Italia. L?Organizzazione Mondiale della Sanit? prevede un aumento dell?incidenza dell?artrite reumatoide in Europa nel corso dei prossimi dieci anni, in seguito al processo di invecchiamento della popolazione. L?artrite reumatoide insorge solitamente in soggetti di mezza et?, ma colpisce anche bambini e giovani adulti. Secondo le varie statistiche, lo sviluppo dell?artrite reumatoide ? circa 2-4 volte pi? frequente nelle donne, rispetto a quanto riscontrato negli uomini. Ogni mille bambini, uno ha una forma grave. Le forme pi? gravi colpiscono soprattutto le donne. Nell?artrite reumatoide, per il danno articolare che si realizza, ? frequente l?instaurarsi di uno stato di invalidit? permanente nel 10 per cento dei pazienti dopo due anni di malattia; nel 30 per cento dopo 5 anni e nel 50 per cento dopo i 10 anni. Il danno pu? essere tale per cui si realizza una cessazione dell?attivit? lavorativa dopo 2-3 anni nel 20 per cento dei casi e del 50 per cento dopo i 10 anni. La riduzione della capacit? lavorativa ? complessivamente del 50 per cento gi? dopo i 2-3 anni nella casalinghe e nei lavoratori dipendenti.
Spondilite anchilosante
Un?altra patologia reumatica, progressiva e dolorosa, ? la spondilite anchilosante che colpisce fino allo 0,5 per cento della popolazione. Nel continente europeo, il tasso di prevalenza della spondilite anchilosante oscilla presumibilmente tra lo 0,2 e l?1 per cento dell?intera popolazione. La malattia ? pi? diffusa tra i soggetti di sesso maschile: infatti, il numero di uomini affetti da tale patologia ? quasi tre volte superiore, rispetto a quello delle donne. Tuttavia, la spondilite anchilosante pu? colpire anche le donne e i bambini; la maggiore parte dei soggetti inizia ad avvertire i sintomi alla fine del primo e del secondo decennio di vita (et? media dei pazienti all?esordio della malattia: intorno ai 25 anni). In base alle stime dell?Arthritis Research Campaign, un soggetto su 50 ? affetto da psoriasi; di questi, circa un soggetto su 14 sviluppa l?artrite psoriasica. Bench? l?artrite psoriasica possa insorgere a qualsiasi et?, questa malattia si sviluppa solitamente in soggetti di mezza et?, in genere in persone adulte di et? compresa tra i 30 e i 50 anni. La malattia colpisce gli uomini e le donne in uguale misura.
Artrosi
Fra le malattie reumatiche quella di pi? frequente riscontro ? l?artrosi che colpisce circa 4 milioni di soggetti pari al 69 per cento del totale dei pazienti reumatici. Mentre prima dei 50-55 anni l?artrosi colpisce prevalentemente gli uomini; dopo i 55-60 anni si riscontra pi? frequentemente nelle donne. Nelle donne sono interessate sovente le mani, le ginocchia, la colonna cervicale mentre negli uomini prevale l?impegno della colonna vertebrale. Con la stessa frequenza sono colpite le anche nei due sessi. Nelle donne l?artrosi colpisce generalmente un numero maggiore di articolazioni rispetto all?uomo e l?entit? del danno ? spesso pi? rilevante.
Osteoporosi
L?osteoporosi ? causa ogni anno di 85mila fratture di femore. Pi? di mezzo milione di persone hanno sofferto di fratture vertebrali osteoporotiche. E? noto che la frattura di femore, specie nella popolazione anziana, ? causa non trascurabile di mortalit? e disabilit?. In Italia quasi 4 milioni di donne sono affette da osteoporosi e quindi a rischio di frattura di femore, con una prevalenza di oltre il 40 per cento al di sopra dei 60 anni. Le stime ufficiali quantificano in circa 18mila i pazienti che ogni anno diventano disabili in seguito ad una frattura di femore. L?osteoporosi primaria ? pi? frequente nelle donne che negli uomini (anche se ? rara prima della menopausa).