L’osteoporosi in Italia non e’ riconosciuta patologia cronica, anche se e’ una malattia da cui non si puo’ guarire, caratterizzata da una lenta e progressiva riduzione della densita’ ossea. Lo sottolineano la Lega italiana osteoporosi (Lios) e il Coordinamento nazionale malati cronici che, in occasione della giornata mondiale contro questa patologia (prevista il 20 ottobre), chiedono per le forme piu’ gravi il riconoscimento di tutti i diritti dei malati cronici. In Italia, secondo dati Istat, 25 milioni di persone sono colpite da malattie croniche (il 45,6% della popolazione con piu’ di sei anni di eta’) e 8,1 milioni sono affette da tre o piu’ di queste contemporaneamente. L’osteoporosi, secondo la Lios, e’ un esempio evidente: soprattutto negli anziani si associa alle malattie croniche piu’ diffuse, e a qualsiasi eta’ puo’ essere una manifestazione secondaria o un effetto collaterale di terapie usate per curare altre patologie croniche. Tra queste la Lios cita artrosi, malattie cardiovascolari, artrite reumatoide, patologie polmonari, e diabete. L’osteoporosi e’ la principale causa di fratture negli anziani, soprattutto a carico di polso, vertebre e femore, e puo’ portare a conseguenze pesanti per chi ne e’ colpito e per la propria famiglia, sia per la perdita di indipendenza e di qualita’ di vita, sia per l’aumento delle spese. E’ pero’ una malattia che si puo’ e si deve prevenire, spiega la Lios, raggiungendo intorno ai 25-30 anni un ‘picco di massa ossea’ ottimale tramite una corretta alimentazione (una dieta ricca di calcio, fosforo, magnesio e proteine) e uno stile di vita salutare (attivita’ fisica regolare, esposizione al sole per la vitamina D, no all’eccesso di alcool e tabacco). E per riconoscerla basta un semplice esame, la Moc o mineralometria ossea computerizzata, che permette al medico di prescrivere la terapia piu’ appropriata.