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C’è chi dice no!

E pensare che il medico dovrebbe essere il miglior alleato del malato.  Non solo in ambulatorio o nelle corsie d’ospedale, ma anche nella vita di tutti i giorni. Una pacca sulle spalle o un sorriso di complicità in certi casi funziona meglio di una  pastiglia. La solidarietà tra medico e paziente è il pilastro di qualsiasi strategia terapeutica. Generalmente i medici sono al fianco dei malati quando c’è da chiedere alle autorità o alle istituzioni quanto necessario per una qualità di vita migliore. Infatti una buona assistenza sanitaria per chi è affetto da patologie croniche e potenzialmente invalidanti, come quelle reumatiche, è la base stessa di una qualità di vita decente.  Migliorare l’assistenza sanitaria, renderla più vicina ai pazienti, più razionale più efficace, questo è l’obiettivo delle associazioni dei malati. Ma anche “controllare” che i medici e gli operatori sanitari esplichino la loro importante funzione professionale mettendo in primo piano solo ed esclusivamente il benessere dei malati, in virtù del giuramento che hanno fatto (Ippocrate).  Poi tutto il resto: interessi corporativi, carriera, gratificazione economica ……….. .A 

 

noi non interessa, l’importante è che in cima alle priorità ci sia sempre e comunque “IL MALATO”.
Il difficile generalmente è convincere i politici. Ma dopo anni di impegno l’Asmar è riuscita a strappare una promessa dall’Assessore della Sanità Antonello Liori: un reparto ospedaliero multidisciplinare al Brotzu e l’inserimento dei reumatologi negli ospedali Sardi entro il 2011.

Ma c’è chi dice no!

Leggere per credere: da l’Unione Sarda di lunedì 29 novembre 2010

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